Ciò che viene trascurato dai parrucchieri quando sognano di aprire il loro salone riguarda il fatto che, una volta raggiunto l’ambizioso obiettivo, si trovano a fare i conti con una realtà differente rispetto a quanto immaginato. Infatti, oltre ad accontentare i clienti, a perfezionare le proprie tecniche, ad arredare il locale nel migliore dei modi, subentrano altre problematiche che riguardano l’equilibrio finanziario tra costi e ricavi, la selezione e la formazione del personale, il rapporto con i fornitori e, purtroppo, tasse e imposte da pagare.
In questo post ti spiegherò quali sono le considerazioni che devi effettuare per gestire finanziariamente il tuo salone di acconciature.
Indice:
- La scelta della forma giuridica
- La scelta del regime contabile
- La separazione tra conti personali e conti dell’attività
- Gestione della contabilità
- Analisi dei costi e pianificazione degli incassi
- Distinzione tra investimenti per la crescita e falsi investimenti
- Investire nella selezione e nella formazione del personale
- Apprendere le tecniche di vendita
- Investire nel marketing e nella comunicazione
La scelta della forma giuridica
Il primo passo da compiere è quello di scegliere la corretta forma giuridica. Certo, se hai già un salone questa scelta l’hai effettuata da tempo, ma è bene capire che è doveroso accorgersi del momento corretto per mutare la forma giuridica, quando necessario.
Non ti parlo in modo tecnico, per questo c’è il tuo commercialista, ma ti parlo con il mio consueto linguaggio semplice e di facile comprensione: ci sono due tipologie di forma giuridica tra le quali puoi scegliere, quello di tipo personale (che riguarda ditte individuali, Società in Accomandita Semplice ‘Sas’, Società in nome collettivo ‘Snc’) e quello di tipo capitale, cioè la Srl e la Srls.
Se hai appena aperto, se lavori da solo o, al massimo, con un paio di dipendenti, sicuramente la tua forma giuridica sarà quella relativa ad una ditta individuale o di una società del tipo Sas o Snc. E, specialmente se non superi determinate cifre di fatturato (diciamo fino a 150.000 euro), fai bene a restare in quella dimensione.
Purtroppo, le ditte individuali mostrano i loro limiti, e i loro svantaggi, nel momento in cui il fatturato sale e, con esso, anche gli utili, perché la tassazione per queste tipologie di attività è molto, molto elevata! Oltre alle imposte sui profitti, devi sostenere anche il pagamento dei contributi previdenziali (Inps), che ammontano al 24% (se inquadrato come artigiano). Se, ad esempio, i tuoi utili ammontassero a 100.000 euro (sto parlando di utili, non di fatturato, è importante conoscere la distinzione!), per te la situazione è piuttosto complessa, perché tra tasse, imposte e contributi previdenziali ammonta al 59,7%. Già, siamo quasi al 60% di tassazione complessiva! Sì, certo, i contributi previdenziali rappresentano, in realtà, un investimento per il futuro (sempre che si riesca a vivere a sufficienza, fai pure tutti gli scongiuri che vuoi, ma è così), ma intanto quei soldi li devi tirare fuori subito.
Cosa fare, quindi, quando gli incassi salgono e, con essi, anche gli utili? La cosa migliore è quella di passare ad una Srl o una Srls (in pratica, una versione semplificata della Società a Responsabilità Limitata). Stando bene attento, però, alle differenze che intercorrono tra le tipologie di forme giuridiche.
Come puoi vedere in questa immagine riepilogativa, ci sono alcune differenze molto importanti tra ditta individuale ed Srl (anche nella sua forma semplificata):
Se hai una ditta individuale sei soggetto al fallimento e, per fare fronte ad eventuali debiti, l’erario potrà attingere anche alle tue risorse personali, casa compresa. Se hai una Srl, invece, rischi soltanto il capitale sociale (purché tu non abbia utilizzato risorse private a garanzia di prestiti e fidejussioni).
Ancora, la tassazione degli utili, per una Srl, avviene solo nel momento in cui decidi di incassarli, mentre se li lasci in azienda non devi pagare nulla (Ires a parte, ovviamente).
Non è, però, tutto oro quel che luccica relativamente ad una Srl: infatti, essa ha costi di gestione notevolmente più elevati (solo il commercialista può arrivare a chiedere 2 o 3 volte di più) e richiede una contabilità di tipo ordinario, con tanto di libri contabili e massima trasparenza riguardo ad entrate e uscite.
La scelta del regime contabile
Sono 3 le tipologie di regime contabile tra le quali puoi scegliere: quello forfettario, quello semplificato e quello ordinario.
Se gestisci una Srl, sei obbligato a scegliere il regime ordinario, mentre quello forfettario è consentito se, nell’anno precedente (o quello in corso, se si tratta di una nuova apertura), non hai superato gli 85.000 euro di ricavi (il Governo Meloni ha innalzato il limite dai precedenti 65.000 ad 85.000 nella finanziaria 2022).
Il regime più vantaggioso è quello forfettario, che fa sì che tu debba pagare soltanto il 15% di imposte sui redditi fino a 85.000 euro, tenendo conto del coefficiente di redditività.
Ti rimando a questo articolo per la comprensione della tassazione relativa al regime forfettario.
Tieni presente che, con il regime forfettario, non puoi detrarre alcuna spesa (ad eccezion fatta dei costi previsti dal tipo di attività e calcolabili attraverso il coefficiente di redditività). Quindi, se hai dipendenti, questa tipologia di regime diventa sconsigliabile.
Il regime forfettario è il più adatto alle attività di parrucchieri in cui lavora il singolo titolare, al massimo con un apprendista. Un salone avviato e che incassa molto (diciamo oltre i 150.000 euro; tra l’altro, se si superano i 400.000 euro, c’è l’obbligo di passaggio in ordinaria) deve avere una contabilità ordinaria, a prescindere dalla forma giuridica.
La separazione tra conti personali e conti dell’attività
Abbandoniamo le discussioni più complesse e tecniche per parlare di una modalità di gestione del salone che risulti essere il più efficace possibile. Devi obbligatoriamente, anche se la legge non lo prevede come un obbligo, tenere separati i conti personali da quelli aziendali.
Ergo: un conto per te, in cui ci paghi mutuo, affitto, vacanze, spesa, sfizi, eccetera; un altro dedicato al salone, in cui entrano tutti gli introiti ed escono le spese.
Perché complicarsi la vita e sostenere anche dei costi supplementari?
Per una questione molto semplice: devi avere il massimo controllo su entrate e uscite del salone! E devi, soprattutto, fare in modo che il salone possa sostenere delle spese, magari degli investimenti, senza dover “chiedere” soldi al titolare. Anche se si tratta della stessa persona.
Conosco un sacco di attività che non possono sostenere investimenti improrogabili perché i soldi del salone servono per sostenere la vita privata del titolare.
Lo so, sembra un’assurdità, visto che si lavora per vivere e che, se si guadagna a sufficienza, occorre potersi permettere un adeguato stile di vita. Ma ti posso assicurare che il mischiare le due cose rappresenta il grande problema delle imprese del settore.
Ciò che devi fare è assegnarti uno stipendio e cercare di “starci dentro” con quello. Poi, a fine anno, pagato tasse, spese e dipendenti, potrai utilizzare gli utili dell’attività.
Sai perché moltissimi parrucchieri finiscono per essere protestati o per avere pendenze con Equitalia (ti assicuro che sono tantissimi)? Perché attingono dai conti aziendali per sostenere il proprio tenore di vita, senza considerare che, quei soldi, non sono suoi!
So che anche questa cosa ti sembra strana, ma è la verità: i soldi che hai sul conto del negozio NON sono tuoi! Nonostante tu li abbia legittimamente guadagnati, quelli son soldi lordi, dai quali dovrai detrarre i costi per i dipendenti (compreso il TFR), i soldi che devi ai fornitori e le tasse.
Se usi quei soldi anche se non sono tuoi, quando poi lo stato (o il fornitore, o il dipendente licenziato) batte cassa, ti trovi in difficoltà.
Gestione della contabilità
Anche se hai una ditta individuale e stai nel regime semplificato o forfettario devi avere ben chiaro il modo in cui la tua attività sta funzionando. Devi avere sempre chiarezza riguardo entrate, uscite, costi, margini, eccetera. Devi, ad esempio, stare attento agli impegni che ti prendi con i fornitori e i formatori: conosco tantissimi titolari di saloni che, 200 euro a quello, 200 euro a quell’altro, finiscono per sborsare migliaia di euro ogni mese per prodotti e per corsi.
I fornitori (e i formatori) conoscono molto bene questo meccanismo e se ne approfittano, sapendo che il target è molto sensibile alle offerte su prodotti, strumenti o formazione il cui costo può venire rateizzato.
Il mio consiglio, quindi, è quello di tenere una contabilità come se fosse ordinaria (fatti spiegare dal commercialista come si fa, oppure approfondisci il tema su questo post), in modo da evitare di commettere errori di gestione molto gravi. Ti accorgerai, dopo aver superato le prime difficoltà, che non potrà più sfuggirti nulla riguardo entrate e uscite del tuo salone.
Analisi dei costi e pianificazione degli incassi
Mi sorprende sempre molto scoprire che molti titolari di saloni non siano in grado di stabilire con precisione a quanto ammontino i loro costi orari, perché senza questo dato è difficile pianificare una strategia efficace di crescita. Tu che stai leggendo questo post, sai quanto costa il tuo salone ogni ora di apertura? Sai quanto margine di profitto hai su una piega? E su un colore? E su un taglio? Si tratta di dati fondamentali e rappresenta la base sulla quale iniziamo a lavorare assieme ai miei clienti all’inizio di ogni percorso.
Diventa dunque rilevante tenere sotto controllo costi e pianificare gli incassi. Nessuno può prevedere il futuro, ma di sicuro è possibile utilizzare i dati dell’anno precedente per effettuare una stima. Prendiamo il caso, ad esempio, che tu debba decidere se effettuare un investimento oppure no: attingendo ai dati relativi all’anno precedente, sarai in grado di capire se i numeri sono dalla tua parte.
Allo stesso modo, è possibile pianificare le somme da versare relativamente a contributi e imposte: con l’aiuto di un commercialista sarai in grado di stabilire quanto dovrai pagare, in modo da accantonare il denaro sufficiente, senza farti trovare in affanno.
Non dovrebbe mai accadere che un F24, compilato dal commercialista, ti colga alla sprovvista, perché dovresti sapere già tutto ed essere pronto ad affrontare la spesa.
Distinzione tra investimenti per la crescita e falsi investimenti
Abbiamo accennato agli investimenti. Beh, troppo spesso si pensa che un investimento sia tale, quando invece non lo è. Non sempre, ad esempio, rinnovare l’arredamento del locale rappresenta un investimento. Lo è nel caso in cui il tuo locale sia messo male e, questa cosa, allontana i clienti, ma non lo è se il tuo negozio è già ben strutturato. Non ci saranno nuovi clienti solo perché hai cambiato il colore delle pareti e sostituito le poltrone!
Allo stesso modo, non si tratta di un investimento il rinnovare completamente la propria linea prodotti, accettando i contratti assurdi proposti dai fornitori (contratti per durate prestabilite, con quantitativi minimi, eccetera). Specialmente se si ha già una linea di prodotti (magari con un altro contratto in essere) che ti consente di lavorare in modo più che apprezzabile.
Viceversa, investire in campagne di marketing, specialmente se realizzate da professionisti con esperienza nel settore, rappresenta un investimento, perché a fronte di una spesa di tot euro, ne tornerà indietro una cifra più elevata, o comunque dei clienti nuovi che, fidelizzandosi, porteranno a ulteriori incassi nel corso del tempo.
Saper distinguere tra investimenti per la crescita e quelli che, invece, non portano alcuna crescita (e quindi, in realtà, non rappresentano neanche un investimento), ma, al massimo, vanno a colmare un bisogno del titolare (sotto forma di bisogno di novità o di cambiamento), è un passo importantissimo.
Investire nella selezione e nella formazione del personale
Chi decide di crescere assumendo personale, commette spesso un errore grave, quello cioè di non adottare criteri validi per selezionare il personale più adatto. Si pesca, in genere, tra i disoccupati o tra i parrucchieri in cerca di prima occupazione (e, sia chiaro, non c’è nulla di male) ma si lascia che i migliori dipendenti lavorino presso attività concorrenti.
Come dice sempre Emiliano Lemma, co-fondatore del Metodo Minerva e autore del libro corso “Campioni, come selezionare e formare collaboratori nel settore del beauty attirando solo i migliori” (puoi trovarlo qui), è assurdo sperare di creare un grande team di hair stylist, assumendo solo parrucchieri che non vuole nessuno, perché sarebbe come se la Juventus cercasse di vincere lo scudetto acquistando soltanto calciatori svincolati, che non giocano in nessuna squadra, o mandando in prima squadra i ragazzi delle giovanili.
Ma per selezionare il personale adeguato e, di conseguenza, formarlo, è necessario investire tempo e denaro. Un parrucchiere che vuole occuparsi soltanto dei servizi che svolge sui capelli dei suoi clienti è liberissimo di farlo, ma non deve avere la presunzione di poter costruire un’attività di successo perché, per raggiungere questo obiettivo, sono necessarie competenze ulteriori.
Apprendere le tecniche di vendita
Cosa c’entra la vendita in salone con la sua gestione economico-finanziaria? C’entra eccome, perché nel momento in cui capisci che:
1. il tuo salone ha dei costi da sostenere a prescindere da quanto lavori e quanto vendi;
2. ogni servizio che vendi ha una marginalità ben precisa che devi conoscere…
allora comprenderai quanto sia importante massimizzare i profitti relativi ad ogni ora di apertura, e di lavoro, del tuo salone!
Infatti, se è vero che ogni ora di apertura ha dei costi fissi e che ogni servizio che svolgi ha un margine di profitto ben preciso, allora capirai due cose altrettanto importanti, e cioè che:
1. dovresti cercare di svolgere frequentemente servizi che ti danno più profitti a parità di tempo impiegato (una piega ha una marginalità bassa, un balayage, all’opposto, ne ha una molto più alta);
2. dovresti massimizzare lo scontrino medio di ogni cliente, completando la sua esperienza acquistando prodotti o ulteriori servizi.
Ecco perché, se sei attento ai numeri del tuo salone, devi esserlo in modo completo, facendo in modo che questi migliorino a parità di ore lavorate.
Se vuoi approfondire il tema vendita nel settore del beauty, abbiamo scritto quello che è l’unico libro che tratta la materia mai più pubblicato in Italia, e cioè: “Vendere Non Serve a un Ca**o“.
Investire nel marketing e nella comunicazione
Gestire adeguatamente i numeri della tua attività significa fare in modo che questi migliorino costantemente. E, per migliorarli, ciò che serve è aumentare il numero di clienti e migliorare la propria reputazione. Tutte cose che si ottengono non solo lavorando bene con i propri clienti (che genereranno un passaparola spontaneo costante nel tempo) ma anche applicando strategie di comunicazione e di marketing online e offline.
Quando parliamo di comunicazione e marketing online parliamo di Google, di Facebook, di Instagram, di YouTube, di TikTok. Essere presenti sui vari social con una comunicazione che non si limiti a frasi motivazionali copiate qua e là ma che comunichi la propria unicità, che valorizzi i propri lavori e metta in leva la propria reputazione.
Tutte cose di cui parliamo nel libro Beauty Copy, Come Creare Contenuti per attirare nuovi clienti e che puoi iniziare a comprendere guardando questo video: