Mi scrivono tantissimi clienti titolari di saloni di acconciature e centri estetisti, chiedendomi di dare una risposta alla problematica che più stanno affrontando in questo periodo, e cioè i clienti che insistono a parlare di covid, vaccini, greenpass, eccetera. In questo post ti fornirò non solo la risposta corretta, ossia qualche suggerimento in modo che tu possa evitare che il tuo salone si trasformi in un far-west, ma anche la risposta definitiva al 90% delle problematiche relazionali con il cliente.
Il Covid, si sa, è qualcosa che ha stravolto le vite di tutti noi. E se un semplice cittadino può decidere, come ho fatto io, di non guardare più i programmi televisivi in cui se ne parla e di non entrare mai nel discorso con amici, parenti e conoscenti, diverso è il discorso per chi con il pubblico, volente o nolente, deve averci a che fare tutti i giorni. Insomma: se sei parrucchiere o estetista non puoi pensare che il problema non ti riguardi.
Nei giorni scorsi tanti hanno commesso l’errore di pubblicare argomenti relativi al greenpass nei loro profili, scatenando spesso discussioni che non portano a niente di buono, spesso attirando anche l’attenzione di chi cliente non è. Siccome si tratta di una normativa di legge a cui adeguarsi (o non adeguarsi, assumendosene le responsabilità), sarebbe stato meglio evitare di pubblicare sui propri social qualcosa che tanto i cittadini già sanno. Occorre capire che l’utente medio dei social non se la prende con chi la legge la fa, ma con chi la deve per forza far rispettare, anche se magari non è d’accordo…
E dunque, come si evita che il tuo salone si trasformi nell’Arena di Giletti, in cui tutti urlano, arrecando fastidio sia ai clienti che vogliono solo rilassarsi, sia a te che devi lavorare?
Sia chiaro, la soluzione miracolosa non c’è: il covid è l’argomento del momento e ha diviso completamente l’opinione pubblica, generando tensioni anche tra amici, familiari, colleghi. Impossibile, dunque, evitare che esso entri nel tuo ambiente di lavoro.
Una prima cosa da fare è quella di comportarci in modo asettico, non partecipe.
Se è il cliente a chiederci una nostra opinione, noi diciamo qualcosa di generico del tipo: “eh, lo so, son tempi duri. Noi siamo i primi a subirne le conseguenze perché ci chiudono subito nonostante le nostre procedure di sanificazione che usavamo anche prima del covid. Speriamo passi in fretta“. Insomma, dire una frase che può essere interpretata sia in un modo sia in un altro, senza però prendere posizione.
Quindi: nessun membro dello staff deve partecipare alle discussioni! E’ tassativamente vietato!
Ma cosa fare se sono i clienti a parlarne?
Beh, qui bisogna agire in modo fermo ma rispettoso. Occorre chiedere gentilmente ma fermamente che non si parli di certi argomenti. Non appena la discussione coinvolge due persone che la pensano in modo diverso, è bene intervenire e chiedere, cortesemente, di cambiare discorso. Anzi, sarebbe proprio il caso di provare a cambiare discorso, anche se mi rendo conto che non sempre è possibile.
Un’altra cosa intelligente che si potrebbe fare è quella di stampare un avviso in punti strategici in cui si spiega che si chiede gentilmente di non parlare di covid, vaccini, eccetera, in modo da evitare discussioni. Qualcosa tipo questa:
Ispirati a questa comunicazione e creane una tua.
Ogni giorno riceviamo decine di domande da parte dei nostri clienti titolari di saloni e centri estetici aventi a tema il modo in cui comportarsi con i clienti.
Per questo abbiamo scritto il libro “Se Non Son Matti Non Li Vogliamo” Il manuale di autodifesa per parrucchieri ed estetiste che vogliono salvaguardare la loro sanità mentale e prosperare.
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